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Fame nel mondo: diecimila piatti vuoti in Duomo contro lo spreco

Il flash mob: composta la scritta "Spreco Zero" e i contorni del continente africano

Pixel art in piazza del Duomo, sabato mattina, contro malnutrizione e sprechi, in vista della giornata mondiale dell'alimentazione prevista per il 16 ottobre. La manifestazione è stata denominata "In the name of Africa": all'evento anche la vice sindaco di Milano, Anna Scavuzzo, e l'agroeconomista Andrea Segré, oltre a Cefa Onlus con Giovanni Beccari e Sara Laurenti.

Si calcola che un abitante della Terra su nove (pari a quasi 800 milioni di persone) non abbia abbastanza cibo, e che quasi un milione di bambini nel continente africano soffra di malnutrizione grave, con la sopravvivenza letteralmente appesa a un filo. 

In the name of Africa - Piazza del Duomo

Piazza del Duomo è stata "apparecchiata" con diecimila piatti vuoti, bianchi e blu, che simboleggiano la fame e la malnutrizione. I piatti hanno formato la scritta "Spreco Zero" e poi l'immagine dell'Africa, vero e proprio simbolo della fame. Ogni spettatore ha riempito un piatto vuoto con un contributo di sette euro. Il ricavato della giornata sosterrà il progetto AfricHandProject, una filiera lattiero-casearia operatva in Mozambico. 

«La costruzione nelle nostre città di un nuovo sistema alimentare, più sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale ed economico deve necessariamente passare da una più equa distribuzione del cibo a livello mondiale», ha dichiarato Anna Scavuzzo intervenendo dal sagrato della cattedrale. «E’ chiara ed evidente la correlazione fra i temi della malnutrizione e della fame da un lato, la questione dello spreco alimentare dall’altro. Solo in Italia il valore dello spreco alimentare domestico supera gli 8 miliardi annui, e arriva a crca 12 miliardi contando lo spreco reale e non solo quello percepito», ha affermato Andrea Segré.

Secondo i dati Waste Watcher, i cittadini lombardi sono virtuosi nelle abitudini di spesa: il 59% di loro, contro una media nazionale del 50%, dichiara di predisporre una lista della spesa per evitare acquisti "inconsulti". Tra i lombardi vince comunque la spesa settimanale (43%), che dal punto di vista dello spreco alimentare è più "a rischio" di quella giornaliera o effettuata ogni pochi giorni (il 37% dei lombardi la effettua ogni tre giorni). Secondo i lombardi, poi, la "fonte dello spreco" è la distribuzione (43%), le mense pubbliche di scuole e ospedali (25%), lo spreco domestico (25%), ma per Waste Watcher è invece lo spreco domestico quello più grave. Infine i lombardi sono attenti a non gettare cibo ancora buono (62% contro la media nazionale del 50%).

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