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Il Bol’šoj sbarca alla Scala con un'opera di Čajkovskij

Mentre la Scala si trasferisce per quindici giorni a Tel Aviv con Aida e Messa da Requiem di Verdi, il Bol’šoj trova fa tappa alla Scala. Per una settimana, dal 13 al 17 luglio, gli artisti del teatro di Mosca hanno il palcoscenico del Piermarini a loro disposizione

Il famoso teatro russo sbarca a Milano.

Per le performance è stato scelto il sublime Evgenij Onegin di Čajkovskij, nella regia di Dmitri Tcherniakov (13, 14, 16, 17 luglio); il programma di pezzi sinfonici è diviso fra Musorgskij e Šostakovic, anch’esso sotto la bacchetta diAleksander Vedernikov, direttore musicale del Teatro Bol’soj.
 
Lo spettacolo è in prima italiana e rappresenta, per il Bol’soj, una reinterpretazione alta e consapevole della sua storia. Tcherniakov è uno dei registi di maggior talento della giovane generazione russa: il  pubblico della Scala lo ha applaudito per  Il giocatore di Prokof’ev, andato in scena un anno fa sotto la direzione di Daniel Barenboim; i critici italiani lo hanno segnalato con il Premio Abbiati per lo stesso spettacolo.
 
La Scala e il Bol’šoj dialogano e si scambiano esperienze ormai da più di quarant’anni. La prima tournée della Scala a Mosca risale al 1964, con Gianandrea Gavazzeni, Herbert von Karajan e Nino Sanzogno.  Nel 1973 e 1974 avvenne un doppio scambio, che si replicò nel 1989. Le ultime visite della Scala al Bol’šoj  risalgono al 2001, 2002 e 2004.

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