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Lavoratori stranieri, partito il corteo: “Migrare non è reato”

E' partito da piazza della Scala il corteo – annunciato – dei lavoratori immigrati a Milano. Fra loro ci sono anche diversi lavoratori italiani. I manifestanti, circa 2mila, hanno srotolato uno striscione davanti al teatro La Scala: “Migrare non è reato”. I dettagli

Duemila persone si stanno muovendo da piazza della Scala, in occasione dello sciopero degli immigrati, proclamato nei giorni scorsi. Diverse centinaia di lavoratori stranieri e italiani, un centinaio di studenti e i rappresentati dei sindacati di base si stanno dirigendo dal teatro verso piazza Cordusio, dove sono previsti interventi sul palco. Davanti alla Scala i manifestanti hanno srotolato uno striscione con su scritto “Migrare non è reato”.

L'Ansa ha raccolto le prime testimonianze dei partecipanti: “Siamo qui perché abbiamo scelto di stare qui, perché è anche casa nostra, anche se la Lega ci dice che dobbiamo andarcene” ha detto uno di loro. “E' una manifestazione pacifica, non violenta, perché noi siamo persone civili - ha detto dal palco Issa, magazziniere senegalese in Italia da sei anni - 'Yes we can, yes we can', se possiamo farlo in altri paesi perché in Italia no”. Intanto, a causa del corteo riconoscibile per i simboli gialli, le linee 1 e 2 del tram stanno subendo ritardi consistenti.

GLI AGGIORNAMENTI

1 marzo ore 13 - "Non ci considerano come cittadini": “Basta razzismo, siamo i nuovi cittadini, le vostre pensioni le paghiamo noi”. Sono alcuni degli slogan gridati dai lavoratori immigrati nel corso del corteo del primo marzo a Milano. Emanuel, 34 anni del Camerun, lavora nella reception di un grande albergo. “Sono a Milano da sei anni e da sei anni in metropolitana vengo guardato con disprezzo” racconta.

Eder Herrera ha 22 anni ed è uno studente peruviano dell'Università Statale: "ho raggiunto i miei genitori che lavorano qui - racconta - non dimenticherò mai quel giorno che mi hanno fermato i controllori dell'Atm. Avevo dimenticato il portafoglio con l'abbonamento e mi hanno trattato come un criminale".


1 marzo ore 10 - La Cisl: "Senza il lavoro degli immigrati l’Italia precipiterebbe nel caos". Sabato scorso, il segretario generale della Cisl di Milano, Danilo Galvagni, in merito allo sciopero di oggi aveva sottolineato come “senza il lavoro degli immigrati l’Italia precipiterebbe nel caos. Andrebbero in crisi le imprese, i servizi, le famiglie: pensiamo solo alla dedizione con cui migliaia e migliaia di badanti assistono i nostri anziani o le persone non autosufficienti. Gli stranieri costituiscono una risorsa economica e una ricchezza culturale per il Paese. Certo ci sono anche quelli che delinquono, ma sono la nettissima minoranza, e anche gli italiani delinquono. Credo che sia giusto riconoscere il loro ruolo e il loro diritto ad essere considerati cittadini come tutti gli altri: l’iniziativa del primo marzo serve proprio a questo. Non è uno sciopero, ma una mobilitazione contro la xenofobia e l’intolleranza e per dire pubblicamente grazie agli oltre 300mila immigrati che con la loro presenza e il loro lavoro contribuiscono al benessere della collettività e allo sviluppo di Milano”.


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