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Milano, dopo 500 anni rinasce l'organo di San Marco: fu suonato anche da Mozart e Verdi

L'organo si trova nella chiesa di San Marco, in pieno centro. Il restauro è costato oltre 300mila euro

Sulla sua tastiera corsero le dita di un giovane Mozart mentre Giuseppe Verdi lo utilizzò in occasione della prima esecuzione della Messa da Requiem. Adesso l'organo della chiesa di San Marco — lo strumento a canne più antico della Lombardia, commissionato nel 1507 a Leonardo da Salisburgo — è tornato agli antichi splendori dopo un restauro integrale.

L’intervento, seguito dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, ha riguardato sia la parte fonica che gli elementi di contenimento e corredo, cassa e cantoria. I lavori, durati più di un anno e finanziati per oltre trecentomila euro dai contributi della Cei, della Fondazione Cariplo, di donatori privati e di molti parrocchiani, sono stati eseguiti per quanto attiene il comparto strettamente strumentale, dall’organaro restauratore Daniele di Corte de’ Frati, in provincia di Cremona, e hanno interessato le circa 2.500 canne che compongono questo gioiello d’arte e tecnologia, oltre che il complesso apparato di trasmissione meccanica e manticeria.

Come è fatto l'organo

L'organo fu costruito nel 1564 da Benedetto Antegnati e ampliato da Costanzo Antegnati nel 1604; fu poi ripreso dal Biroldi nel 1807 e ammodernato definitivamente da Natale Balbiani nel 1875; nel 1899 fu rivisto dagli stessi Balbiani e fu inaugurato da Amilcare Ponchielli.

Lo strumento, a trasmissione integralmente meccanica, ha due tastiere di 61 note ciascuna (Grand'Organo prima tastiera ed Espressivo seconda tastiera) e una pedaliera dritta, non originale, di 24 note; le manette che comandano i vari registri sono collocate in tre colonne, due alla destra della consolle (relative al Grand'Organo e al Pedale) e una alla sinistra (relativa all'Espressivo).

L'organo suonato dai giganti della musica

Nel 1770, fu Wolfgang Amadeus Mozart, ospite del convento agostiniano, a esercitarsi sull’organo, da poco restaurato dall’organaro comasco Antonio Somigliana, mentre, a fine Ottocento, fu il compositore cremonese Amilcare Ponchielli, allora professore al Conservatorio di Milano, a collaudare lo strumento, dopo il rifacimento di Natale Balbiani.

Non ultimo, Giuseppe Verdi in occasione della prima esecuzione della Messa da Requiem, tenuta proprio a San Marco nel 1875, composta per celebrare Alessandro Manzoni, morto l’anno precedente, che, come lo stesso compositore si era impegnato per l'Unità di Italia e condivideva i valori del Risorgimento. È il momento storico in cui le arti, musica inclusa, si fanno interpreti dei nuovi ideali che, in nome di razionalità e libertà derivanti dal retroterra risorgimentale, cercano nuova materia e forma per le proprie soluzioni. Il Requiem di Verdi era approdato nella basilica marciana non senza l’apporto di Arrigo Boito, uno dei fondatori della Società del Quartetto (1864) e del parroco don Michele Mongeri che era riuscito a ottenere il permesso vescovile per concedere alle donne velate di cantare durante l’esecuzione nelle parti corali.

Il concerto inaugurale gratuito

L’organo sarà inaugurato, sabato 16 novembre alle 21 con il concerto del maestro Riccardo di Sanseverino (ingresso libero).

"Stante la peculiarità dell’organo di San Marco, il repertorio del concerto di inaugurazione è stato specificatamente scelto per valorizzarne a pieno le sonorità e i molti effetti speciali — spiegano dalla parrocchia —. Lo strumento infatti è dotato anche di grancassa, piatti, campanelli, rulli di timpano, basso pizzicato e altro ancora".

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