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Venduto agli americani il gioiello del centro di Milano: cambia proprietà Palazzo Turati

L'edificio era stato rilevato nel 2015 da Coima e Sofaz, fondo dell'Azerbaijan

I suoi sotterranei ospitano le fondazioni del teatro romano di Milano, si trova a 500 metri dal Duomo, a pochi passi da piazza Cordusio e Piazza Affari. È Palazzo Turati, gioiello ottocentesco di via Meravigli 7 che da oggi ha un nuovo proprietario. Coima, infatti, ha ceduto lo storico immobile, interamente affittato dalla Camera di Commercio di Milano, a Invesco Real Estate, società statunitense di gestione degli investimenti in campo immobiliare.

L'edificio era stato rilevato nel 2015 da Coima e Sofaz (fondo sovrano dell'Azerbaijan), attraverso il fondo Sofaz Italy Fund. Non è stato reso noto a quanto è stato comprato il palazzo.

Il Palazzo: come è fatto

L'immobile, 10.360 metri quadrati disposti su sei piani, fa parte del patrimonio storico di Milano e nel 2015 era stato sottoposto a importanti lavori di ristrutturazione.

Il palazzo fu commissionato nel 1873 da Francesco ed Emilio Turati, commercianti di cotone lombardi; fu progettato dall'architetto Enrico Combi prendendo ispirazione a palazzo dei Diamanti di Ferrara: il progetto fu completato nel 1876. La facciata, dallo stile neorinascimentale, è caratterizzata da un bugnato a forma di diamante, (ad imitazione di quello ferrarese di Biagio Rossetti in Palazzo dei Diamanti), che ricopre tutto il palazzo fatta eccezione per le finestre a serliana, le lesene e le balconate con finestroni, sempre a serliana, coronati da un frontone decorato; all'interno si trova un cortile porticato ispirato alle forme del rinascimento lombardo.

Ricchi sono gli interni, di cui si segnalano: la "Sala di Flora", detta anche salottino azzurro, tappezzato in velluto di seta, con specchiere, decorazioni e sculture di Lodovico Pogliaghi, e affrescato da Mosè Bianchi; la "Sala di Prometeo", cosiddetta per il grande camino neorinascimentale sormontato dalla scultura di Prometeo sempre del Pogliaghi; il Salone da ballo affrescato alle pareti con "Il Ballo" da Giuseppe Bertini e, nel soffitto, da Luigi Cavenaghi. Il palazzo ha ospitato per tutto il Novecento la sede della Famiglia Meneghina, celebre circolo privato milanese.

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