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Venerdì, 29 Marzo 2024
Milano Centro

Piano e Abbado per rinverdire Milano, ma Palazzo Marino frena

90mila alberi erano il compenso chiesto da Claudio Abbado per tornare a dirigere la Scala. L'architetto Renzo Piano avrebbe dovuto progettare le aree verdi. Ma adesso il comune fa marcia indietro: "E' troppo oneroso". Ed è querelle

Alberi invece di denaro. Questo il cachet chiesto da Claudio Abbado per il suo ritorno sul palco della Scala, dopo 24 anni di assenza. I concerti diretti dal maestro sono già stati fissati per il 4 e il 6 giugno e i biglietti esauriti da tempo. Degli alberi, invece, nessuna traccia.

  Per il Comune ci sarebbe anche il problema delle radici: poco spazio fra la terra e le gallerie del metrò  


Della sistemazione delle novantamila chiome si sarebbe dovuto occupare l'architetto Renzo Piano, ma Palazzo Marino avrebbe fatto un brusco dietrofront. La notizia l'ha riportata questa mattina il Corriere della Sera ed è subito rimpallata sulle agenzie. Il motivo della frenata? "Progetto troppo oneroso" risponde il Comune che ha anche invitato Piano a trovarsi uno sponsor che lo sovvenzioni. Ribatte l'architetto: "Non ci sono più le condizioni per andare avanti".

Alla fine, sembra che dei 90mila alberi - 3.500 dei quali da piantare in centro città e tutti rigorosamente in terra e non in vaso - Letizia Moratti sia disposta a piantarne 150. Stop, invece per tutti gli altri, a cominciare dai 220 frassini che si sarebbero dovuti interrare la prossima primavera sull'asse Cordusio-via Dante-Castello Sforzesco. A meno che, in questi 12 mesi, non si trovi qualche sponsor disposto ad investire nel verde meneghino.

 

GLI AGGIORNAMENTI

22 aprile ore 13.20 - Fedreghini: "A Milano non c'é spazio fisico per il verde e non si intende recuperarlo, sottraendolo". Secondo il capogruppo dei Verdi in Consiglio comunale, lo stop di Palazzo Marino ai 90mila alberi non sarebbe dettato da ragioni economiche, ma dallo spazio a disposizione. Che non c'è, sottratto negli anni della Giunta Albertini "al business dei box interrati". "Altro che piantare nuovi alberi - tuona Fedreghini - ne hanno tirati giù a decine!". Fra le ragioni del "no" alle nuove chiome, per i Verdi, ci sarebbero le lobby dei commercianti (si oscurerebbero le insegne dei negozi) e " il partito dell'auto nella maggioranza che governa Milano".

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