rotate-mobile
Milano Centro Duomo / Galleria Vittorio Emanuele II

Savini in Galleria, l'Anticorruzione contro il comune: "Perché non è stata fatta la gara?"

Sotto accusa la delibera di giunta con cui tre ristoranti della Galleria (Savini, Salotto e Gatto Rosso) si sono visti rinnovare le concessioni. Il comune: "Sono simboli di Milano, giusto che restino"

Il ristorante Savini potrebbe dover traslocare dalla Galleria Vittorio Emanuele. Il suo contratto - in scadenza nel 2016 - è stato recentemente rinnovato dalla giunta di Milano, insieme a quello di altre due ristorazioni storiche (Salotto e Locanda del Gatto Rosso), in funzione proprio del simbolo che queste insegne rappresentano per la città di Milano.

Ma l'autorità nazionale anticorruzione ha inviato un parere negativo. Secondo l'Anac di Raffaele Cantone, il comune ha sbagliato nel bypassare la gara. Si tratta - beninteso - soltanto di un parere, ma decisamente "pesante". Lo riferisce il Corriere. Il rinnovo è per dodici anni e non sono ancora noti i canoni, comunque ritoccati all'insù rispetto a quelli attuali (537 mila euro all'anno per il Salvini, poco più di 70 mila euro all'anno per ciascuno degli altri due).

Il comune aveva deciso di salvaguardare le attività di ristorazione per diversi motivi. Primo, si tratta - come detto - di simboli storici per Milano e per la stessa Galleria. Secondo, la loro presenza garantisce il "mix commerciale" ed evita che la Galleria possa essere soltanto fatta di negozi. Terzo, la loro presenza garantisce anche che la Galleria resti, almeno in parte, un luogo "vivo" anche nelle ore serali. 

Era stato Basilio Rizzo, presidente uscente del consiglio comunale e candidato a sindaco per la sinistra radicale (lista Milano in Comune), a interpellare l'autorità anticorruzione in merito alla delibera sul Savini e sugli altri due ristoranti, ritenendo che fosse un favore irragionevole e illegittimo rispetto al principio che "la Galleria è dei milanesi e non delle multinazionali": Rizzo, infatti, ce l'ha anche con quei negozi, come Versace, che hanno fatto investimenti anche milionari sperando in concessioni di spazi molto lunghe. 

Palazzo Marino difende però la sua scelta, come riporta il Corriere. Daniela Benelli, assessore al demanio ex Sinistra ecologia e libertà (e non si ricandiderà), sostiene che l'intento era positivo: evitare che scomparissero alcune attività che "hanno fatto la storia della Galleria". 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Savini in Galleria, l'Anticorruzione contro il comune: "Perché non è stata fatta la gara?"

MilanoToday è in caricamento